
16 gennaio: Cervantes, primo volume del Don Chisciotte de la Mancha
16 gennaio 1605, 420 anni fa Miguel De Cervantes pubblicava il primo volume del Don Chisciotte della Mancia – uno dei romanzi più venduti al mondo con oltre 500 milioni di copie.

Don Chisciotte della Mancia: trama e significato
Considerata tra le opere più influenti del Siglo de Oro – periodo del massimo splendore artistico, politico, militare e letterario della Spagna tra il 1492 e il 1681 – e della letteratura spagnola, oltre che primo romanzo moderno, il Don Chisciotte della Mancia mette in risalto l'inadeguatezza della nobiltà ad affrontare un periodo storico in cui dominano il materialismo e il tramonto degli ideali. Inoltre, Cervantes si serve di Don Chisciotte per fare satira sul mondo medievale e ridicolizzare la letteratura cavalleresca – lui era stato un soldato e terminato il servizio aveva trascorso gli anni successivi in povertà, in quanto non era stato premiato per il suo valore di eroe reale, e venne anche dimenticato. Il romanzo presenta quindi tutte caratteristiche opposte a quelli cavallereschi: vengono trattati argomenti contemporanei anziché del passato; viene scritto in prosa e non in versi; il protagonista appartiene ad una classe borghese, invece che essere di estrazione sociale bassa, pur mantenendo il romanzo un certo interesse per gli aspetti più degradati della società. Altra caratteristica che lo distingue da un romanzo cavalleresco è anche la presenza sia di una struttura che di personaggi sempre più complessi. Nel romanzo si perde quella che è la concezione della realtà, in quanto tutto è soggetto a diversi punti di vista. Questo dà origine anche a interpretazioni opposte dei personaggi – Don Chisciotte da una parte, che non riesce a stabilire rapporti tra realtà e libri a causa della sua pazzia, e Sancho Panza dall'altra, che invece controlla le farneticazioni del primo e interpreta in modo corretto le situazioni – senza mai riuscire a trovare un punto d'incontro. L'incertezza che tutto ciò provoca nel lettore verrà risolta solamente nel secondo volume (1615), dove verrà aperta una nuova dimensione e nuove storie in cui interpretazione e narrazione si intrecceranno in una corrispondenza tra passato e presente, illusione e realtà, azione e riflessione.
Tutte le caratteristiche del romanzo, sino a qui descritte, le ritroviamo nelle due parti in cui esso è stato suddiviso.
Nella prima impariamo a conoscere Alonso, il protagonista: un uomo sulla cinquantina, corporatura asciutta ma forte, e con la passione per i libri di cavalleria. Ben presto però abbandona questa sua passione e decide di andarsene a cavallo, mosso dal desiderio di abolire le ingiustizie, i soprusi e le prepotenze che dominano il mondo. Così, dopo aver messo in sesto le armi dei suoi avi e trovato un ronzino si mette in viaggio, durante il quale si ferma presso un nobile castello – nient'altro che una piccola osteria, in realtà – dove si fece armare cavaliere dal proprietario, che resosi conto della pazzia del suo cliente decise di accontentarlo fingendosi un castellano. Il giorno seguente, ripreso il suo viaggio, inizia per Don Chisciotte la prima avventura nei boschi, la quale però finirà con una rissa in cui rimarrà ferito. Salvato da un contadino Alonso viene riportato a casa, dove ad aspettarlo vi sono la governante e la nipote. Il curato del paese, dopo averlo visitato, si rende conto delle sue condizioni mentali e per tale ragione decide di bruciare tutti i libri di cavalleria nella speranza che possa guarire. Ma ciò non accade e dopo due settimane Don Chisciotte riparte per altre avventure, questa volta seguito da un contadino – Sancho Panza – che accetta la sua offerta in cambio del titolo di governatore nel caso in cui fossero riusciti a conquistare un'isola. Alla fine della prima parte, Alonso viene riportato a casa dopo che Sancho Panza era stato mandato da lui stesso a raccontare alle fanciulle del paese le sue sofferenze amorose – per cui si era addirittura ritirato a vita di penitenza nei boschi.
Nella seconda parte ritroviamo Alonso che non riesce a guarire nonostante tutti i tentativi fatti dalla sua governante e dalla nipote. Un giorno riesce a fuggire e seguito dal suo fidato Sancho Panza riprende il viaggio, non prima però di aver ricevuto la benedizione da Dulcinea – la ragazza "immaginaria" di cui si era innamorato all'inizio del primo volume. Inizia così la difficile ricerca della bellissima, che alla fine giunge a lui accompagnata dalle sue due dame – si tratta di tre contadine trovate da Sancho Panza. Una volta ottenuta la tanto attesa benedizione il viaggio prosegue, con una serie di strani incontri: un gruppo di comici che lo cacciano a colpi di sassi; il Cavaliere degli Specchi – un vecchio amico ce voleva convincerlo a tornare al paese – con cui si batte a duello, vincendo per un puro imprevisto; Don Diego de Miranda, che dopo aver assistito ad un tentativo di misurarsi con due leoni, lo ospita presso la sua dimora; i duchi di Aragona che felici di conoscerlo lo invitano a palazzo, solo però per potersi prendere gioco di lui inscenando una mascherata nel bosco e un duello con il Mago Malabruno che termina con loro che salta in aria per colpa del duca; il Cavaliere della Bianca Luna – non altri che l'amico, Sansone Carrasco, che già lo aveva sfidato a duello –, che stavolta riesce a sconfiggere Don Chisciotte e riportarlo al villaggio.
Quest'ultima avventura si rivelerà però fatale. Ritornato a casa, Alonso viene colpito da una forte febbre e sei giorni dopo, circondato dai suoi amici e familiari, muore.
Il successo di Don Chisciotte
Il successo del Don Chisciotte fu talmente immenso da aver influenzato altri scrittori posteriori a Cervantes. Tra questi: Alonso Fernández, che nel 1614 pubblicò Segundo tomo del ingenioso hidalgo Don Chiciotte de la Mancha. Il romanzo indignò Cervantes al punto fa portarlo a scrivere il secondo volume della storia; Laurence Sterne in Vita e opinione di Tristam Shandy, gentiluomo; Alexandre Dumas nei Tre Moschettieri; John Steinberk nel diario di viaggio Viaggio con Charley.
Non mancarono poi gli adattamenti in musica dell'opera di Cervantes. I più famosi sono: Don Quichotte an der Hochzeit des Camacho di Georg Philipp Telemann; Don Quixote di Richard Strauss; Don Quichotte di Jules Massenet.
In epoca più recente potremmo invece citare, tra gli altri, anche grandi artisti italiani che si sono ispirati nei loro brani a questo capolavoro della letteratura: Ivano Fossati e Anna Lamberti-Bocconi (Confessione di Alonso Chisciano); Roberto Vecchioni (Per amore mio – Ultimi giorni di Sancio P.); Francesco Guccini (Don Chisciotte); Carmen Consoli (Mulini a vento).
Fonti: