
17 gennaio: Terremoto Hansin, il più disastroso del Giappone
17 gennaio 1995, 30 anni fa il Giappone veniva colpito da una delle più forti scosse di terremoto – magnitudo momento 7,3 MW e intensità sopra i 7 shindo della Japan Meteorological Agency seismic intensity scale – mai registrati nella sua storia.

Città colpite e danni
Sono le 05.46 del mattino quando la Prefettura di Hyōgo viene svegliata da una scossa di terremoto di magnitudo 6.9 della scala Richter con epicentro a nord dell'isola Awaji.
Scosse precedenti erano già state avvertite il giorno precedente, ma quella del 17 gennaio fu la più potente, nonché la più forte registrata in Giappone, avvertita con intensità di 7 shindo in ben 7 città: Hokudan, Ichinomiya, Tsuna, Kōbe, Ashiya, Nishinomiya e Takarazuka. Ad essere soggetta a tutto il terremoto fu però tutta regione del Kansai, sebbene con un'intensità minore: nelle città di Kyōto, Hikone e Toyooka venne avvertita con un'intensità di 5 shindo, mentre nelle città di Fukui, Gifu, Mie, Osaka, Nara, Wakayama, Tottori, Okayama, Hiroshima, Tokushima, Kagawa e nella Prefettura di Kōchi l'intensità venne misurata in 4 shindo.
A registrare i dati più tragici fu la Prefettura di Hyōgo. Qui vennero accertate circa 4 000 delle 6 434 vittime totali e il 20% degli edifici venne distrutto o reso inaccessibile – questo perché le case le case più vecchie erano costruite con tetti pesanti in grado di resistere ai tifoni, ma venivano sorretti da una incastellatura di legno che a causa della rottura dei condotti del gas prese fuoco, facendo così cadere il pesante tetto. Le case più nuove invece erano state costruite con calcestruzzo a prova di terremoto, ma non ai tifoni che causarono gravi danni nelle strutture.
Oltre agli edifici, il terremoto provocò danni non indifferenti anche alle infrastrutture. Le autostrade e i tunnel, creduti da molti a prova di terremoto, caddero giù in quanto costruiti in realtà senza tener conto della legislazione antisismica. Così come subirono danni le ferrovie, di cui solo il 30% rimase operativo dopo il sisma.
Gli effetti del sisma
Il distruttivo terremoto che colpì il Giappone, portò con sé una serie di effetti sia negativi che positivi.
Da una parte esso portò ad una progressiva perdita di fiducia verso le istituzioni governative che non agirono tempestivamente per tentare di salvare più persone possibili e soprattutto venne criticato il non aver saputo prevedere il terremoto considerando anche i potenziali problemi nelle costruzioni antisismiche. Inoltre, altro effetto negativo, il terremoto causò danni per oltre 102,5 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali non vennero coperti da assicurazione, e la caduta della borsa di Tokyo che perse oltre perse circa 1000 punti il giorno seguente il disastro.
Dall'altra parte però ci fu una rivalutazione del volontariato – circa 1,2 milioni di volontari intervennero per prestare assistenza ai feriti e a chiunque ne avesse bisogno, anche in supporto alle difficoltà che stavano affrontando gli ospedali – con l'inaugurazione di una giornata di prevenzione dei disastri e volontariato – e un nuovo programma di prevenzione. Oltre all'istituzione di un'organizzazione di intervento in caso di calamità naturali, il Giappone installò dei supporti sotto i pilastri dei ponti in grado di assorbire le vibrazioni di eventuali futuri terremoti e mise a norma tutte le strade, le ferrovie e gli edifici seguendo finalmente le norme antisismiche vigenti dal 1981.
Fonti: