
21 gennaio: La nascita dell'Anabattismo
21 gennaio 1525, 500 anni fa venne fondato il movimento anabattista. Ovvero quel movimento religioso di matrice cristiana il cui obiettivo è ri-battezzare i credenti, in quanto per loro il battesimo ricevuto, per volontà altrui, dai neonati è nullo.

Il credo dell'anabattismo
L'anabattismo si fonda sulla separazione tra Stato e Chiesa, il rifiuto del battesimo degli infanti, il rifiuto della violenza, il rifiuto ad assumere cariche politiche, la necessità di vivere conformemente a Cristo, il ruolo predominante del Nuovo Testamento nell'interpretazione biblica, la comunità cattolica basata sull'uguaglianza.
Vediamo ora, più attentamente, i principi cardine:
- La vera Chiesa si fonda sul Cristo della fede e sull'amore fraterno, senz'altra mediazione ed autorità che della sua Parola.
- Cristo è l'unico capo della Chiesa, che non può avere gerarchia, teologia, liturgia, ma deve essere formata dalla Comunità dei credenti e dalla loro umile e quotidiana imitazione dell'esempio di Cristo.
- La Bibbia, e in particolare il Nuovo Testamento che è anche l'interprete dell'Antico, è tutto ciò di cui un cristiano necessita in quanto a credo. Dell'applicazione quotidiana dei precetti evangelici si occupa la Comunità illuminata dallo Spirito Santo, cui i credenti devono partecipare con la loro umile ricerca della volontà di Dio.
- La salvezza è possibile solo a fronte della consapevole ricerca e imitazione di Cristo: un neonato non può avere tale consapevolezza e il battesimo, su di lui, non solo è un'imposizione ma è nullo. Il vero e unico battesimo viene dato in età adulta a chi manifesta il chiaro proposito di abbandonare il male del mondo e seguire ogni giorno nella propria vita l'esempio di Cristo, come obbediente discepolo.
- La giustificazione avviene per sola fede, come nel Luteranesimo. Tuttavia il battesimo dello Spirito che il credente riceve quando si converte e accetta il dono della fede non solo lo giustifica ma lo rigenera con la potenza dello Spirito e lo rende capace, superando l'intrinseca corruzione della condizione umana, di camminare in novità di vita al seguito del proprio Maestro Gesù. A questo battesimo seguirà il battesimo in acqua con il quale il credente testimonierà il proprio cambiamento spirituale impegnandosi solennemente, di fronte a Dio e alla Chiesa, a seguire Gesù imitandolo come discepolo, in una santa condotta di vita e nell'amore al prossimo.
- Lo Spirito Santo illumina il credente e lo rende capace d'interpretare la Bibbia rendendola efficace Parola di Dio, la sua influenza è fondamentale.
- La Chiesa ritorna a essere, come lo è nel Nuovo Testamento, una Chiesa di soli credenti che vive in un rapporto di opposizione con la malvagità del mondo.
- Non si può essere fedeli a Dio e appartenere al mondo, come non si può servire Dio e Mammona.
- Poiché un credente è di Cristo e non del mondo, non oppone violenza alla violenza. Non combatte e non presta servizio militare. Condivide i propri doni o beni materiali e spirituali con chi è nel bisogno. Non giura e non ricopre cariche pubbliche o politiche che comportino dover esercitare violenza o funzioni giudicanti. Lo Stato è riconosciuto come un'istituzione che proviene da Dio cui anche il cristiano come cittadino deve scrupolosa ubbidienza, entro i limiti compatibili con l'ubbidienza a Dio e con l'etica cristiana.
La storia del movimento
I dati storici a nostra disposizione riguardo il movimento sono piuttosto scarsi, per diversi motivi. Questo perché: molti dati furono inquinati dai nemici del Movimento, il quale incontrò resistenze e persecuzioni in tutta Europa. Tra loro, uno dei più famosi antagonisti è Heinrich Bullinger, il quale cercò di screditare l'origine sassone dell'anabattismo attribuendola invece ai Profeti di Zwickau nel suo libro L'origine degli anabattisti pubblicato nel 1560; il movimento non era struttura e questo causò non poche difficoltà nel tramandarne le fonti e i documenti, che furono ritrovati e analizzati solo nella metà del secolo scorso.
In ogni caso, da quel che sappiamo, il Movimento fu fondato da Konrad Grebel e da un gruppo di discepoli di Ulrico Zwingli, i quali criticavano "la sua posizione di affidare allo Stato la riforma della Chiesa" e le cui posizioni, al contrario di quelle di Zwingli, erano a favore di una rapida riforma radicale alla Chiesa. Il gruppo rivendicava una totale separazione tra Stato e Chiesa ed inoltre si proponeva come obiettivo quello di riportare il battesimo alla sua origine, un atto di conversione che veniva maturata in età matura e nel quale l'individuo si impegnava personalmente a diventare discepolo di Dio.
Con queste premesse il 21 gennaio 1525 Konrad Grebel, durante una riunione in casa di Feliz Manz, battezzò Jörg Cajacob dopo che questi chiese lui di essere battezzato per amor di Dio. Fu esattamente in quel momento che nacque il Movimento Anabattista.
Il Movimento trovò però non poche ostilità da parte delle autorità. Il 1 marzo 1525 il battesimo degli adulti fu proibito e, di fronte alla continua predicazione dell'anabattismo, pochi giorni dopo ebbe inizio una vera e propria persecuzione che obbligò numerosi seguaci del Movimento ad abbandonare Zurigo. Il 12 aprile 1529 venne, invece, promulgato l'editto di Spira nel quale si stabiliva che "Chiunque ribattezza o si fa ribattezzare dopo aver raggiunto l'età della ragione, uomo o donna che sia, deve essere condannato a morte, sia con la spada, sia con il fuoco, sia con ogni altro mezzo, senza alcun processo preliminare".
Il 1535 segnò infine per molti un punto di svolta nel Movimento Anabattista, con la Rivolta di Münster. Nella città, sede del principato ecclesiastico, si stava affermando la borghesia mercantile, la quale sosteneva la Riforma in quanto mezzo per bilanciare il potere del vescovo-sovrano e per liberarsi del potere cattolico. Tale riforma venne ampiamente facilitata dalla predicazione luterana che si diffuse nel 1532. Nel 1534, arrivarono poi in città i profeti anabattisti, i quali provocarono il passaggio da una situazione di tolleranza al fanatismo religioso.
Gli anabattisti, sotto la guida di Giovanni di Leida e altri leader, presero progressivamente il controllo della città e instaurarono un regime teocratico, eliminando i non-anabattisti attraverso violenze e espulsioni. Venne, inoltre, instaurato un sistema di comunione dei beni e forzata poligamia. Quando l'assedio da parte dell'esercito del principe-vescovo divenne imminente, la situazione degenerò ulteriormente e culminò con il massacro della popolazione nel 1535. L'esercito cattolico-luterano prese la città e i leader anabattisti furono giustiziati.
A seguito della rivolta il movimento perse il suo potere politico e venne perseguitato tanto dai cattolici quanto dai protestanti. Ma, nonostante tutto, riuscì a sopravvivere in forme pacifiche, dando origine ai Mennoniti e successivamente agli Amish, che rinunciarono alla violenza e sostennero la separazione tra Stato e Chiesa.
Fonti: