
5 marzo: Tratto di non proliferazione nucleare
5 marzo 1970, 55 anni fa entrava in vigore il Trattato di non proliferazione nucleare.

Trattato di non proliferazione nucleare
Sottoscritto già il 1 luglio 1968 da Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica, il Trattato di non proliferazione nucleare "proibisce agli Stati firmatari non nucleari di procurarsi tali armamenti e agli Stati nucleari di trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi. Inoltre il trasferimento di tecnologie nucleari per scopi pacifici (ad esempio per la produzione elettrica) deve avvenire sotto il controllo della AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica)".
Esso entrò, però, ufficialmente in vigore solo il 5 marzo 1970. In quel periodo l'arsenale atomico contava 38 000 testate nucleari e negli anni seguenti gli ordigni nucleari continuarono a salire sino a raggiungere il picco – circa 69 440 – nel 1986 per poi iniziare a calare. Questo calo degli ordigni venne, tuttavia, associato all'aumento di Paesi in grado di produrre bombe atomiche e ciò mise in luce i limiti del Trattato.
Nel 2005, la conferenza di revisione fu un vero e proprio fallimento. In ogni caso, nel 2010 si riuscì a trovare un accordo tra i 189 Paesi firmatari al fine di adottare un documento finale che fissasse gli "obiettivi di progressivo disarmo".
Fonti: