
9 gennaio: Valeri Polyakov infrange il record di permanenza nello spazio
9 gennaio 1995, esattamente 30 anni fa Valeri Polyakov infranse il record di permanenza nello spazio (366 giorni). Una conquista questa che non solo cambiò la scienza dimostrando come gli uomini potessero sopravvivere nello spazio per più di un anno, ma se un giorno noi uomini saremo in grado di raggiungere Marte sarà solo grazie alla titanica impresa di Polyakov che atterrò sul pianeta rosso dopo ben 437 giorni di viaggio nello spazio.

Biografia e viaggio nello spazio
Valeri Polyakov – il suo nome biologico era in realtà Valeri Ivanovich Korshunov, ma decise di cambiare il proprio cognome, all'età di 15 anni, in onore del patrigno adottivo – nasce a Mosca il 27 aprile 1942 a Tula.
Interessatosi da sempre di voli spaziali, nel 1971 si iscrisse alla facoltà di biomedicina spaziale presso l'Institute of Biomedical Problems di Mosca – dove si laureò nel 1976 – e l'anno successivo divenne cosmonauta sovietico. Nonostante ciò, per la sua prima missione dovette aspettare sino al 29 agosto 1988 quando partì, accompagnato da Vladimir Lyakhov e Abdul Ahad, verso la stazione spaziale Mir. Questa sua prima avventura spaziale, classificata come la terza più lunga al mondo, durò 241 giorni. Polyakov ritornò, infatti, sulla Terra il 27 aprile 1989 – dopo aver deciso di rimanere sulla stazione spaziale per accertarsi delle condizioni di due cosmonauti che stavano per concludere il loro volo e, dopo la partenza di questi, per dare il benvenuto al nuovo equipaggio.
Se mai Polyakov avesse, anche solo minimamente, pensato di aver appena svolto il suo più lungo viaggio nello spazio, si sbagliava: il 9 gennaio 1995 avrebbe infranto il recod di permanenza nello spazio, riuscendo a starvi per 366 giorni. Tutto ebbe inizio nel 1993 – dopo la volontà della Russia di puntare su viaggi spaziali più lunghi – si offrì volontario per essere inviato alla stazione spaziale per 18 mesi. Il viaggio venne però rinviato al 1994 e il tempo della missione venne ridotto a 14 mesi. Il suo viaggio ebbe inizio l'8 gennaio. Ad accompagnarlo nei primi mesi furono Viktor Afanasyev e Yuri Usachev, poi a rotazione da tre equipaggi provenienti da Russia, Kazakistan, Germania e USA. Nei mesi trascorsi a bordo della stazionale spaziale Mir, Polyakov portò avanti oltre 25 ricerche mediche – basate su sistema muscolare, polmoni, sistema immunitario, sangue, sistema nervoso e la dieta.
Polyakov iniziò il suo viaggio di ritorno il 22 marzo 1995 e atterrò sulla terra dopo esattamente 437 giorni, 17 ore e 58 minuti trascorsi nello spazio divenendo il più importante studio – ancora ad oggi effettuato – su come il corpo umano sia in grado di sopportare un viaggio verso Marte. Nonostante avesse infatti trascorso 63 settimane in assenza di gravità, Polyakov non riportò alcun danno.
Dopo la sua impresa titanica Polyakov decise di ritirarsi dal suo ruolo di cosmonauta, mantenendo però i suoi ruoli di vicedirettore dell'Institute of Biomedical Problems e di vicepresidente della commissione incaricata di certificare i cosmonauti russi.
Polyakov è morto il 19 settembre 1922, ma sicuramente la sua eredità scientifica rimarrò nella storia e semmai raggiungeremo davvero Marte lo faremo con la consapevolezza che questo nostro traguardo lo dobbiamo solamente a lui.
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