6 gennaio: La fondazione di Criciúma

06.01.2025

6 gennaio 1880, 145 anni un gruppo di emigranti italiani fondò la città diCriciúma (Brasile).

Flussi migratori dall'Italia

L'emigrazione italiana, ovvero quel fenomeno che riguarda l'espatrio della popolazione italiana, interessò dapprima l'Italia settentrionale e successivamente, a partire dal 1880, il Mezzogiorno.

Tra le principali cause vi erano la povertà, causata dalla mancanza di terreni coltivabili, problemi politici, la criminalità, inconvenienti contratti agricoli, la sovrappopolazione dovuta al miglioramento delle condizioni socioeconomiche nel periodo post unificazione.

Il movimento migratorio italiano si può suddividere in 3 fasi

La prima ebbe inizio nel 1861 e si concluse intorno agli anni '30 del '900. Viene generalmente conosciuta come grande emigrazione poiché vide la migrazione di oltre 9 milioni di italiani, soprattutto contadini e uomini senza una specializzazione lavorativa. In un primo momento il flusso si diresse verso l'America e la Francia, per poi spostarsi verso l'Africa e in particolare verso Egitto, Eritrea e Libia.

La seconda, conosciuta come emigrazione europea, comprende invece il periodo tra il 1945 e la fine degli anni '70. Questa volta le mete principali furono la Svizzera, il Belgio, la Francia e la Germania. I Paesi europei stavano affrontando un'importante crescita economica, al punto che gli italiani li sceglievano come meta temporanea in attesa di guadagnare abbastanza per poter poi costruire un futuro in Italia.

La terza e ultima ondata, la cosiddetta nuova emigrazione, ha avuto inizio nel 2007-2008. Durante questi pochi anni si verificò una vera e propria "fuga di cervelli", in quanto sempre più laureati decisero di lasciare il nostro Paese per trovare lavoro all'estero. L'emigrazione fu favorita dalla crisi economica che colpì il nostro Paese. Il flusso si diresse, pertanto, verso territori che vivevano ancora una situazione favorevole: Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Germania, Canada e Sud America.

Analizzando i dati raccolti durante queste tre fasi, è possibile notare un flusso dal 1861 al 1985 di circa 29 milioni di italiani – di cui 10.275.000 sono tornati in Italia – e un aumento di circa l'85% degli italiani che vivono all'estero – da 3.106.251 a 5.806.068 – dal 2006 al 2021.


La città di Criciúma

Tra coloro che partirono dall'Italia vi era anche un folto gruppo di famiglie provenienti dalle province di Belluno, Udine, Vicenza, Treviso, Cappella Maggiore e Vittorio Veneto. Questi si stanziarono in Brasile e qui fondarono la città di Criciúma, dal nome di una specie di erba presente nella zona.

Da quel che sappiamo, Criciúma è ancora oggi legata alla città di Vittorio Veneto. I due comuni hanno infatti sottoscritto un accordo di gemellaggio, il quale prevede la promozione di attività di scambio e aggiornamento sugli aspetti della loro vita sociale.

Per il resto le informazioni a nostra disposizione sono pochissime.

L'economia si basa su industrie ceramiche – a compartecipazione internazionale e che competono con l'Italia a livello mondiale – e su industrie di prodotti monouso.

Dal punto di vista religioso, invece, l'80% circa della popolazione è cattolica – la festività più importante della città è Santa Barbara, la protettrice dei minatori –, il 15% è protestante e il restante 5% ateo.

Infine, per quanto riguarda l'educazione, Criciúma è famosa per essere la sede Collegio Hermann Spethmann – conosciuto per i suoi innovativi metodi d'insegnamento –, della SACT e dell'Unesc – due delle più importanti scuole del Brasile. 



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